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Creativizzazione: una via allo sviluppo dei nostri borghi
L’economia si sta creativizzando e con la pandemia le città hanno subito un contraccolpo nel riuscire ad attrarre i talentuosi giovani della “creative class”… e se a questi venissero proposti, come alternative, borghi pieni di tecnologia, talento, e tolleranza?

Esiste una forza attraente verso le città, che attira inesorabilmente i nostri giovani e non dipende solo dalla scarsità di servizi e forse neanche dalla disponibilità di lavoro, si tratta di qualcosa in più. Le città rispetto ai nostri borghi promettono ai nostri giovani una vita basata sulla creatività, una caratteristica preponderante della loro fase dell’esistenza, che li attrae ineluttabilmente.
E’ il matematico Henri Poincaré a darci la definizione più precisa di creatività: “Creatività è unire elementi esistenti con connessioni nuove, che siano utili”.
Più il lavoro nelle nostre società diventa precario e più i giovani sentono il bisogno di dedicasi ad attività creative che posseggono il dono di fornire identità e riconoscimento. Nuovo e utile sono i pilastri della creatività che poggiano sulle basi della storia e della società. Il nuovo ha il valore relativo al periodo, l’utile comporta un riconoscimento sociale. Il superamento delle regole esistenti e il riconoscimento di un’utilità economica, estetica o etica della nuova regola…