Contadino Marchigiano con due tipici tatuaggi della Santa Casa di Loreto in un’epoca imprecisata — immagine creata dall’intelligenza artificiale di Chat GPT4 DALL-E

I tatuaggi sacri e profani della Santa Casa di Loreto di Caterina Pigorini Beri

Mariano Pallottini
3 min readJan 4, 2024

Torna in vita un affascinante viaggio antropologico tra riti, amori e superstizioni nel Piceno tra Medioevo e Ottocento.

L’opera “I tatuaggi sacri e profani della Santa Casa di Loreto” di Caterina Pigorini Beri, pubblicata la prima volta nel 1889, e recentemente ristampata, offre uno straordinario spaccato antropologico su una singolare usanza diffusa nelle popolazioni del Piceno tra il XIII e il XIX secolo: il tatuaggio sacro legato al culto mariano del Santuario di Loreto.

Attraverso un’attenta analisi etnografica, l’autrice ricostruisce le origini e l’evoluzione di questa pratica, mettendola in relazione con la storia e le tradizioni popolari della regione. Emergono così interessanti insight sul ruolo sociale e spirituale del tatuaggio in quelle comunità rurali dove religiosità, cultura contadina e vicende storiche si intrecciavano profondamente.

Dopo aver descritto il fenomeno diffuso tra gli uomini di tatuarsi motto, simboli religiosi e croci sulle braccia, la Pigorini Beri ne individua la principale radice nel culto delle stimmate di San Francesco, introdotto nella regione dai Francescani. L’usanza si sarebbe poi evoluta inglobando via via altri simboli mariani e della Passione di Cristo, fino a quelli più propriamente lauretani legati alla leggendaria traslazione della Santa Casa.

Di grande interesse anche l’analisi del tatuaggio “amoroso” e di quello praticato dai marinai, che denotano il carattere composite di questa cerimonia, a metà strada tra sacro e profano. Affiorano così credenze, superstizioni, antiche tradizioni che l’autrice ha il merito di non giudicare aprioristicamente ma di osservare con sguardo scientifico, nel tentativo di comprendere la complessa psicologia di quelle popolazioni.

Non mancano poi curiose notazioni sulle tecniche di tatuaggio utilizzate e persino la pubblicazione di un’intera raccolta di matrici lignee per imprimere i disegni sulla pelle, requisite anni prima dalle autorità. Un contributo prezioso dunque non solo per antropologi e storici delle tradizioni popolari, ma anche per chiunque desideri approfondire un singolare spaccato culturale e spirituale della nostra penisola tra Otto e Novecento.

Nelle popolazioni rurali dell’entroterra marchigiano tra Medioevo e Ottocento, la pratica del tatuaggio sacro era profondamente radicata e rivestiva un importante significato socio-spirituale. In quelle comunità, fortemente permeate da un sincretismo tra cultura contadina e credenze religiose, il tatuaggio aveva soprattutto una funzione apotropaica e propiziatoria.

Incidersi sulla pelle simboli cristiani come croci, cuori trafitti, immagini di santi o della Vergine Lauretana serviva infatti da un lato a proteggersi dal “maligno”, dalle disgrazie, dalle malattie, a garantirsi insomma quella che oggi definiremmo “buona sorte”. Dall’altro rappresentava un voto, un patto spirituale con il divino, un modo per guadagnarsi le grazie e l’aiuto soprannaturale nelle piccole e grandi tribolazioni dell’esistenza.

Non a caso i tatuaggi riproducevano soprattutto le stimmate di San Francesco, evento mistico per eccellenza, o scene della Passione di Cristo. La sofferenza insita nel farsi marchiare la pelle veniva in qualche modo offerta e donata a Dio, per riceverne in cambio benefici materiali e spirituali.

Inoltre, in una società ruralizzata frequentemente funestata da carestie, malattie, invasioni straniere, il tatuaggio garantiva anche di ricevere sepoltura cristiana in caso di morte improvvisa lontano da casa, funzione tutt’altro che secondaria.

Ecco perché il tatuaggio sacro rappresentava molto più di un semplice ornamento del corpo: esso veniva vissuto con profonda partecipazione religiosa e interiore, al punto da travalicare i confini del sacro e “contaminarsi” con l’amore terreno, come testimoniano i diffusissimi tatuaggi di coppia.

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Written by Mariano Pallottini

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