
SYLVESTRE BUDES E I BRETONI IN ITALIA
L’illuminante studio storico per conoscere le vicende leggendarie e controverse dei mercenari bretoni nell’Italia centrale e nelle Marche sul finire del XIV secolo.

La ristampa di questo testo di Léon Mirot, estratto dalla rivista Bibliothèque de l’École des chartes (anni 1897 e 1898), ci offre un affresco vivido e documentato delle gesta dei mercenari bretoni in Italia nella seconda metà del XIV secolo. In particolare, l’autore delinea la figura di Sylvestre Budes, capitano bretone che guidò gli eserciti pontifici di Gregorio XI e Clemente VII nella guerra degli Otto Santi contro Firenze. Attraverso una meticolosa ricerca d’archivio, Mirot ricostruisce le campagne militari di Budes tra Romagna, Marche e Toscana, fornendoci non solo dati storici ma anche preziosi dettagli sulla vita quotidiana e le usanze di questi mercenari.
Dalle prime scorrerie in Provenza al decisivo ruolo nella riconquista della Romagna e delle Marche, dai cruenti saccheggi di Cesena e Bolsena fino alla rocambolesca prigionia dopo la battaglia di Marino, la figura di Budes emerge in tutta la sua ambiguità: condottiero valoroso ma spietato, fedele al papato ma pronto a saccheggiare le terre della Chiesa quando
l’occasione si presenta.
Attraverso la lente dell’autore, vediamo sfilare anche gli altri protagonisti di questa turbolenta fase storica, da Giovanni Acuto a Raimondo da Turenne, delineati con piglio da romanziere. Un testo prezioso che getta luce su un aspetto poco noto delle guerre d’Italia nel Trecento, regalandoci perle di microstoria. Un vivido affresco che permette al lettore di immergersi nella
violenta e affascinante quotidianità di questi gruppi di soldati ventura bretoni.
Cap. I — 1364 e il 1376.
Sylvestre Budes era signore di Plessis-Budes e Uzel in Bretagna. Apparteneva alla famiglia di Bertrand du Guesclin e fu al suo fianco in diverse campagne militari a partire dal 1364. Dal 1371 comandò truppe bretoni al soldo del duca d’Angiò nella guerra di Guienna e Linguadoca. Nel 1374 saccheggiò la regione di Avignone insieme ad Olivier du Guesclin, fratello del conestabile du Guesclin. Nel 1376 papa Gregorio XI assoldò Budes, Malestroit e i Bretoni per sedare la rivolta delle città italiane contro lo Stato Pontificio. Partirono alla volta dell’Italia saccheggiando e devastando i territori incontrati. Molti luogotenenti bretoni li accompagnarono.
I Bretoni rimasero in Italia per oltre 3 anni seminando terrore con i loro saccheggi e le loro crudeltà. Lasciarono fama di valore militare ma anche di efferatezza. Il testo ripercorre quindi le vicende di Sylvestre Budes dalle sue origini nobiliari in Bretagna, al fianco di du Guesclin, al passaggio in Italia al servizio della Chiesa, descrivendo le azioni di saccheggio e i massacri da lui compiuti.

Cap. II — 1376–1377
Il testo descrive l’arrivo e le imprese militari di Sylvestre Budes e dei soldati bretoni al servizio del cardinale Roberto di Ginevra e di papa Gregorio XI in Italia nel periodo 1376–1377. Viene descritta la situazione critica in cui si trovava lo Stato Pontificio in Italia nel 1376, stretto tra l’espansionismo visconteo e la crescente potenza e ostilità di Firenze.
L’arrivo in Italia nel giugno 1376 di Budes e 1.850 lancie bretoni, guidati dal cardinale Roberto di Ginevra. Dopo aver attraversato il Delfinato e le Alpi, i Bretoni marciano verso la pianura padana. Le azioni militari dei Bretoni in Emilia, dove saccheggiano e devastano il territorio bolognese per piegare la resistenza della città ribelle e alleata di Firenze. Tra luglio e agosto 1377 vi sono continui scontri tra Bretoni e Bolognesi. I tentativi di Firenze di assoldare i Bretoni o l’Acuto (John Hawkwood) senza successo. Gli intrighi del cardinale di Ginevra per sottomettere Bologna e la scoperta di un complotto filo-pontificio in città che viene sventato. Le scorrerie e le devastazioni dei Bretoni in Romagna nell’autunno 1377; la cattura di Cesena e i massacri di civili da parte dei soldati bretoni.
L’invio da parte del cardinale di distaccamenti bretoni nelle Marche, dove combattono contro le truppe alleate di Firenze. Nel gennaio 1377 i Bretoni sono concentrati intorno a Cesena. Quindi il testo traccia i movimenti dell’esercito bretono al servizio del Papa in Emilia-Romagna e le sue violente azioni, segnate da saccheggi e distruzioni, nel tentativo di piegare la resistenza delle città ribelli e riaffermare il dominio pontificio sull’Italia centro-settentrionale.
Cap. III — 1377
Vengono narrati il sacco di Cesena da parte dei Bretoni nel febbraio 1377, con la strage di oltre 4.000 abitanti, e la successiva occupazione della città.
Si descrive la spedizione di Budes nelle Marche tra il febbraio e il giugno 1377, con vari scontri contro le truppe della lega fiorentina. I Bretoni combattono a Osimo, Fermo, San Severino.
Si accenna al passaggio di Rodolfo da Camerino dalla parte della Chiesa nel giugno 1377 e ai contrasti tra lui e Budes per il comando delle truppe nelle Marche.
Si narra della partenza di Budes e dei Bretoni dalle Marche nel luglio 1377 e del loro invio in Toscana da parte del Papa, sotto la guida del cardinale Pietro di Croce, con l’obiettivo di attaccare Firenze.

Cap. IV— 1377–1378
Mentre Budes combatte in Romagna e nelle Marche contro la Lega fiorentina, il cardinale d’Ostia occupa l’Umbria. Nel luglio 1377 Budes arriva in Umbria, dove combatte fino al settembre 1377 e conquista diverse città. Sconfigge il prefetto di Vico e occupa Bolsena, Montefiascone e Todi.
In settembre i bretoni si dividono: Malestroit invade il Ducato di Spoleto, Budes marcia su Todi. Gregorio XI deve negoziare per riportarli al suo servizio. Dopo nuovi accordi, in ottobre i bretoni tornano al soldo della Chiesa e marciano nelle Marche per aiutare Rodolfo da Camerino. La guerra però languisce. Le trattative di pace sembrano imminenti ma, il 27 marzo 1378, muore improvvisamente Gregorio XI. La sua morte mette tutto in discussione.

Cap. V— 1378–1380
Nel 1378, dopo l’elezione di Urbano VI, bande di mercenari bretoni saccheggiano varie zone dell’Italia centrale, minacciando Siena e la Maremma. Sylvestre Budes non sembra essere con loro in questa fase.
Nell’estate 1378, i cardinali francesi che si oppongono a Urbano VI chiamano i bretoni e altri mercenari a loro supporto ad Anagni. Guidati da Bernardon de La Salle, contribuiscono all’elezione dell’antipapa Clemente VII.
Nei mesi successivi i bretoni lottano per Clemente VII, cercando invano di soccorrere il Castel Sant’Angelo. Nell’aprile 1379, nella battaglia di Marino, vengono sconfitti da Alberico da Barbiano: Budes e altri capi vengono fatti prigionieri.
Dopo un periodo di prigionia, Budes viene liberato e scorta Clemente VII nel suo ritorno ad Avignone. Qui Budes riceve pagamenti e doni dal papa.
All’inizio del 1380 Budes viene arrestato a Mâcon, processato per saccheggi compiuti in passato in Francia e decapitato per ordine del re Carlo V. La sua morte suscita poco clamore.

Il testo ripercorre le campagne militari di Budes e dei bretoni in Italia negli anni cruciali dello Scisma, per poi concentrarsi sulla morte del condottiero al suo ritorno in Francia. In generale il testo esalta le gesta di Budes, descritto come condottiero energico e valoroso. La narrazione appare però di parte, favorevole alla causa del Papa e dei Bretoni.