Visita al Santuario della Santa Casa di Loreto

Si trova al termine della via Lauretana ed è tra i più importanti e visitati santuari mariani del mondo cattolico.

Mariano Pallottini
20 min readNov 24, 2015

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La basilica della Santa Casa è il principale luogo di culto di Loreto, provincia di Ancona.

All’interno della basilica, devoti cattolici rendono omaggio ai resti della Santa Casa di Nazareth e a Maria, madre di Gesù, che, come Vergine Lauretana, è patrona dell’aviazione. Il santuario ha la dignità di basilica pontificia.

Numerosi i personaggi storici che lasceranno tracce della loro visita nei loro scritti come Isabella d’Este-Gonzaga (1494), Miguel de Cervantes (1569), Michel de Montaigne (1581), Torquato Tasso (1587), Galileo Galilei (1618), Cartesio (1624), Galileo Galilei (1618 e 1624), la regina Cristina di Svezia (1651), Giacomo Casanova (1743), Carlo Goldoni (1759), Vittorio Alfieri (1767), Mozart e suo padre Leopold (1770), il marchese De Sade (1776), il poeta inglese Lord Byron (1821) e Giosuè Carducci (1876). Numerosi anche i santi che vi hanno fatto visita, tra questi santa Camilla da Varano, santa Teresa di Lisieux, santa Gianna Beretta, san Carlo Borromeo nel 1579; tra i papi che hanno visitato la basilica vi sono, papa Pio II, papa Paolo II, papa Giovanni XXIII, papa Giovanni Paolo II e papa Benedetto XVI.

Curiosità

La vittoria della Lega Santa contro i Turchi nella battaglia navale di Lepanto (1571) fu attribuita dal papa Pio V all’intervento miracoloso della Vergine lauretana anche perché il comandante della Lega Santa, don Giovanni d’Austria, aveva fatto voto alla Madonna di Loreto che sciolse poi con un pellegrinaggio nel 1576. Dopo la grande battaglia migliaia di schiavi cristiani liberati dalle galee turche furono condotti a rendere grazie a Loreto, dove lasciarono le loro catene quali ex-voto. Dalla fusione di catene e ceppi furono fabbricate le grandi cancellate delle cappelle e i quattro cancelli della Santa Casa, conservati ancora oggi.

Le Mura di Loreto

  • Bastione del Comune — Il Bastione del Comune fu progettato e costruito tra 1518 e il 1519 da Cristoforo Resse per volontà di Leone X, preoccupato delle incursioni dei turchi nel vicino Adriatico. Qualcuno ipotizza su disegno di Andrea Sansovino o di Antonio da Sangallo il Giovane,
  • Mura Castellane — Sul lato meridionale si levano le Mura Castellane sempre opera di Cristoforo Resse che le realizzò tra il 1517 e il 1520.
  • Bastioni Pentagonali — Urbano VIII fece aggiungere da Giovanni Branca quattro bastioni pentagonali
  • Porta Marina — Nella parte posteriore della Basilica, lungo le mura castellane perimetrali si apre Porta Marina, costruita da Giovanni Branca nel sec. XVII. Ad ornare la porta le Api dello stemma araldico della famiglia Barberini, le cosidette api barberiniane di Urbano VIII (1623–1644).
  • Porta Romana — Edificata su disegno di Pompeo Floriani verso il 1590, quando fu anche adornata con due Statue di Profeti scolpite da Simone Cioli, destinate in un primo momento al Rivestimento marmoreo (1538–1541).
  • Torre Merlata — Al di là di porta Romana si apre a sinistra la minuscola piazza Garibaldi con il busto di Garibaldi di Ettore Ferrari, dove sorge il Palazzo Comunale con la torre merlata di Giovanni Branca, lievemente inclinata. La merlatura è stata aggiunta nel 1887.
Loreto: torrione rotondo
Loreto: Porta Marina
Loreto: dettaglio delle mura di difesa
Loreto: Porta Romana
I TATUAGGI SACRI E PROFANI DELLA SANTA CASA DI LORETO: La perduta tradizione devozionale e profana salvata da una grande scritrice Copertina flessibile — 15 dicembre 2022 di Caterina Pigorini Beri (Autore), Mariano Pallottini (a cura di)
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La Piazza

Piazza della Madonna a Loreto è delimitata a est dalla Facciata della basilica, a nord e a ovest dal Palazzo Apostolico e a sud dal Palazzo Illirico ed è abbellita da una Fontana posta al centro e da un Campanile sul lato sinistro.

Loreto: Basilica della Santa Casa di Loreto

La Basilica

Venne iniziata nel 1468, per volontà del vescovo di Recanati Nicolò dall’Aste, su probabile progetto del veneziano Marino di Marco Cedrino, in uno stile gotico ma già di un certo sapore rinascimentale.

Il 3 ottobre del 1471 venne nominato “muratore et fabricatorem” dal commissario pontificio Iacopo Petrucci.

Dal 1487–1488 i lavori furono proseguiti dall’architetto toscano Baccio Pontelli che aveva dato prova della sua “maestria” con i lavori eseguiti sulle mura della non lontana Jesi nel 1454.

Loreto: Facciata della Basilica della Santa Casa

Cupola

La bella Cupola che si ammira anche da molto lontano, fu realizzata da Giuliano da Maiano che si occupò del tamburo ottagonale fino al cornicione e da Giuliano da Sangallo che la termino completandola con la calotta, voltata in soli nove mesi, dal settembre 1499 al 23 maggio del 1500. La cupola, dal diametro di ben 22 metri, all’epoca della sua costruzione era inferiore solo a quella del Duomo di Firenze del Brunelleschi, a cui si ispira.

Loreto: vie attorno alla Basilica
Loreto: Basilica della Santa Casa vista posteriore

I Camminamenti di Ronda

La basilica è fortificata nella parte alta delle absidi con un cammino di ronda e beccatelli in pietra, che li sostengono con funzione anche decorativa, su incarico del cardinale Girolamo Basso della Rovere la costruzione fu iniziata da Giuliano da Maiano e successivamente modificata e portata a termine da Baccio Pontelli in stile tipicamente rinascimentale.

Sono le absidi fortificate come in un susseguirsi di torrioni, coronati da un cammino di ronda coperto su beccatelli. Gli alti finestroni gotici in pietra bianca del Conero, sono stati realizzati durante i restauri operati dall’architetto Marchigiano Giuseppe Sacconi. Costituiscono un esempio quasi unico di architettura religiosa e difesa militare in gusto estetico rinascimentale.

Dietro i camminamenti, nella parte alta interna della basilica, si trovano le stanze che un tempo erano adibite ad alloggio delle guardie per la difesa del santuario, oggi adibite a museo e raccolta di oggetti antichi, cimeli sportivi dell’aeronautica e ad altri usi religiosi e culturali, si può anche ammirare il manichino di una guardia in abiti dell’epoca con le alabarde e altri oggetti. I camminamenti sono stati restaurati e si possono visitare dal 2009, dall’alto si può ammirare una bellissima vista sulle campagne circostanti e sulla Riviera del Conero.

Loreto: Absidi fortificati della Basilica della Santa Casa
Loreto: Absidi fortificati della Basilica della Santa Casa

Il Palazzo Apostolico

Si apre davanti alla facciata della basilica, a due piani, con due lati, uno più lungo, a nord, e uno più breve, a ovest. Fu iniziato nel 1498 probabilmente su disegno di Giuliano da Sangallo o di Francesco di Giorgio Martini. Nella parte visibile dalla Piazza il Palazzo si deve a Donato Bramante, chiamato dal 1507 al 1509 ad occuparsi della Basilica della Santa Casa di Loreto, che Giulio II aveva portato sotto la diretta giurisdizione pontificia. A quella data la chiesa era già stata edificata e l’intervento di Bramante, oltre al Palazzo Apostolico si limitò al progetto della facciata (non realizzata), della piazza antistante, oltre che del rivestimento marmoreo che racchiude la “Santa casa di Nazareth” contenuta nel santuario.

Loreto: Palazzo Apostolico

Il Palazzo Illirico

Si eleva sul lato sud della Piazza difronte al lato lungo del Palazzo Apostolico. Costruito in Laterizio fu ridotta alle forme attuali nel 1831–1835 dall’architetto Giuseppe Marini. La precedente struttura, iniziata nel 1580, ospitò per lunghi anni i giovani del Collegio Illirico, studenti provenienti dall’antica Illiria, identificabile nella penisola balcanica. Oggi il Palazzo, modernamente ristrutturato, funge da ostello per i pellegrini, soprattutto dei “treni-malati”.

Monumento a Papa Sisto V

Precede la facciata una scalinata che ne determina il sagrato. Sui suoi gradini del lato sinistro è collocato il monumento a Papa Sisto V, con la statua bronzea benedicente dalla sedia gestatoria, opera del 1587–1589 dovuta ad Antonio Calcagni con la collaborazione di Tiburzio Vergelli. Venne realizzata a spese della Provincia della Marca e di otto prelati piceni creati cardinali da Sisto V.

Loreto: Monumento a Papa Sisto V
Loreto: Monumento a Papa Sisto V

La Facciata

Per la facciata venne chiesto il progetto al Bramante, ma eseguita solo molto tempo dopo, il disegno originale venne molto rielaborato in stile tardo-rinascimentale da Francesco Boccalini, che iniziò nel 1571 la parte inferiore fino al cornicione; fu da qui continuata da Giovan Battista Chioldi e terminata nel 1587 da Lattanzio Ventura per volere di Papa Sisto V, il cui nome è scritto nel cornicione superiore. Si presenta in pietra bianca d’Istria divisa, verticalmente, in tre parti da quattro coppie di pilastri a suggerire le tre navate interne.

Loreto: Basilica della Santa Casa di Loreto
Loreto: Basilica di Loreto, dettagli della facciata
Basilica di Loreto

Fontana Maggiore

La Fontana maggiore, realizzata fra il 1604 e il 1614 dal celebre Carlo Maderno e dallo zio Giovanni Fontana si trova di fronte alla facciata della basilica, al centro della Piazza del Santuario.

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Il suo scopo era di dare la possibilità ai pellegrini in visita a Loreto di lavarsi dopo giorni di cammino. A tale scopo i due realizzatori, concepirono e realizzarono una galleria di quasi 5 chilometri per condurre acque sorgenti del territorio della vicina recanati . Ornano la Fontana alcune sculture in bronzo, lavorate da Tarquinio e Pietro Paolo Jacometti nel 1622.

Curiosità

Carlo Maderno originario di Capolago, oggi quartiere della Città di Mendrisio nel Canton Ticino, in Svizzera è stato un architetto svizzero-italiano diventato famoso soprattutto come autore della facciata e della navata longitudinale della basilica di San Pietro a Roma a cui si deve anche la cupola della basilica di Sant’Andrea della Valle (all’epoca la seconda cupola più alta di Roma dopo quella della basilica di San Pietro), Palazzo Barberini, il Palazzo del Quirinale ed il palazzo papale di Castel Gandolfo.

Loreto: Fontana Maggiore
Loreto: Dettaglio della Fontana Maggiore

Porte bronzee

Vi si aprono tre magnifiche porte bronzee frutto della prestigiosa Scuola di scultura che fiorì a Recanati tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento. Furono volute dal cardinale Antonio Maria Gallo, rettore del santuario fra 1587 e il 1620, per il Giubileo dell’anno 1600. Rappresentano scene del Vecchio Testamento atte a guidare spiritualmente il pellegrino verso il mistero dell’Incarnazione, di cui Santa Casa ne è la più importante testimonianza.

Porta bronzea centrale

La porta centrale fu realizzata da Antonio di Girolamo Lombardo, con la collaborazione dei fratelli Pietro, Paolo e Giacomo. Iniziata nel 1590 fu portata a termine solo nel 1611. Vi sono sei formelle maggiori e sei minori con rappresentazioni tratte dal Vecchio Testamento.

Nell’anta di sinistra sono raffigurati:

  • Creazione di Eva;
  • Cacciata dal Paradiso terrestre.
  • Caino uccide Abele;

In quello di destra:

  • Peccato originale;
  • Lavoro di Adamo ed Eva;
  • Fuga di Caino.
Loreto: Porte Bronzee

Porta bronzea di destra

La Porta destra, ritenuta la più bella, fu commissionata ad Antonio Calcagni nel 1590 che la ideò e in gran parte la modellò. Morto nel 1593 fu completata nell’anno 1600 dal nipote Tarquinio Jacometti e da Sebastiano Sebastiani, i quali rielaborarono e integrarono il progetto originale.

Nell’anta di sinistra sono raffigurati:

  • Sacrificio di Abele e di Caino;
  • Uccisione di Abele;
  • Sacrificio di Noè dopo il diluvio;
  • Scala di Giacobbe;
  • Trasporto dell’Arca e danza di re Davide.

In quello di destra:

  • Trono di Salomone;
  • Mosè ed il roveto ardente;
  • Adorazione del serpente di bronzo;
  • Abigail placa re Davide;
  • Ester davanti ad Assuero.
Basilica di Loreto: Particolari delle Porte Bronzee

Porta bronzea di sinistra

La Porta sinistra fu commissionata nel 1590 a Tiburzio Vergelli che in collaborazione con Giovan Battista Vitali, la terminò nel 1596. È ritenuta un capolavoro di maestria tecnica, di armonia compositiva e di decorazione ornamentale. La porta è composta da dieci formelle principali che rappresentano, partendo dall’alto in basso e dall’imposta di sinistra verso quella di destra:

  • Creazione di Adamo;
  • Creazione di Eva;
  • Agar confortata dall’angelo;
  • Rebecca al pozzo incontra Elzeario;
  • Sacrificio di Abramo;
  • Trionfo di Giuseppe, viceré d’Egitto;
  • Passaggio del Mar Rosso;
  • Giuditta uccide Oloferne;
  • Caduta della manna;
  • Mosè fa scaturire le acque dal Monte Oreb.
Loreto: Porte Bronzee

Madonna col Bambino

Al di sopra, in una nicchia, è posta la statua bronzea della “Madonna col Bambino“, opera di Girolamo Lombardo, completata nel 1583.

Loreto: Particolare della Facciata

Il Campanile Vanvitelliano

Sul lato sinistro della Basilica svetta l’alto campanile di 75,60 m. realizzato su disegno del grande architetto Luigi Vanvitelli sotto la sorveglianza di Pietro Bernacconi fra il 1750 e il 1755. Il campanile alloca un carillon di nove campane che intonano le note delle “Litanie lauretane”. La cella campanaria ottagonale ospita la campana maggiore, soprannominata Loreta, fusa nel 1515 da Bernardino da Rimini, che con il suo diametro di 184 cm. e peso di 74 quintali e mezzo risulta essere la più grande delle Marche ed una delle prime 10 d’Italia. Nella cella campanaria circolare sono collocate le altre 8 campane del concerto, fuse prevalentemente da L.Baldini di Sassoferrato (1830) e da L.Broili di Udine (1960), mentre la campana maggiore del concerto, che guarda la piazza, è stata fusa da F.Franceschi di Ancona nel 1610.

Loreto: Basilica di Loreto

L’interno della Basilica

L’interno della Basilica si presenta come una grande aula vagamente in stile goticizzante concepita per accogliere numerosissimi fedeli. La pianta della Basilica è a croce latina con presbiterio polilobato, una struttura longitudinale sovrapposta a una centrale a croce greca. Il corpo principale è diviso in tre navate da 12 pilastri quadrati con colonnine agli angoli che reggono archi ogivali e quindi le volte a crociera costolonate. La croce latina che riporta al Cristo, i dodici pilastri agli Apostoli, le quattro Sagrestie agli Evangelisti e sono poste ai quattro angoli creati dai bracci della croce. Al centro, il “cuore” della croce, si erge la cupola con al di sotto la preziosa reliquia della Santa Casa e tutt’intorno le grandiose nove cappelle dei transetti e del presbiterio.

Le sei Cappelle in ambo i lati vennero aperte dal Bramante nei primi anni del XVI secolo. Vennero poi decorate con pale settecentesche in mosaico e con modesti dipinti del XX secolo. La più pregevole tra queste è la prima a sinistra detta Cappella del Battistero; con la volta dipinta dal Pomarancio e Fonte battesimale in bronzo di Tiburzio Vergelli, lavorato tra il 1600 e il 1607.

Interno della Cupola

La cupola copre lo spazio ove è incentrata tutta la basilica, ospitando il Sacello della Santa Casa. Tra il 1610 e il 1615 la volta fu affrescata da Cristoforo Roncalli, detto il Pomarancio. Col passare dei secoli quegli affreschi si deperirono e iniziò a staccarsene delle parti. Col grande restauro compiuto nel XIX secolo dall’architetto Giuseppe Sacconi la cupola fu nuovamente dipinta dal senese Cesare Maccari, che tra il 1895 e il 1907 con la Storia del Dogma dell’Immacolata e delle Litanie Lauretane.

Le 9 Cappelle

Tutt’intorno corre il deambulatorio dove si aprono in successione le quattro Sagrestie e le nove grandi Cappelle; la maggior parte di queste ultime portano i nomi delle nazioni che devotamente contribuirono alla loro decorazione. Si descrivono qui di seguito a partire da sinistra e in senso orario.

  • Sagrestia di San Matteo — È la sacrestia attualmente usata.
  • Cappella del Crocifisso — Ospita un Crocifisso ligneo scolpito da frà Innocenzo da Petralia nel 1637 e donato al santuario da una confraternita nel secolo XVIII. Gli affreschi sono di Biagio Biagetti (1928–1932)
  • Cappella del Sacramento o Francese — Tra il 1545 e il 1548 vi lavorò il pittore di scuola forlivese Francesco Menzocchi, con la collaborazione anche del figlio Pier Paolo Menzocchi: ne rimangono la serie degli Apostoli, ma anche, non integrali, La caduta della manna e Il Sacrificio di Melchisedec, conservati oggi nel Museo del Palazzo apostolico; qui si trova anche la tavola Traslazione della Santa Casa, sempre di Francesco Menzocchi. La cappella è detta anche “Francese” in quanto decorata con le offerte dei cattolici francesi: Charles Lameire vi affrescò fra il 1896 e il 1903 il Trionfo della croce e Santi francesi nella volta; e dipinse su tre tele applicate a muro, scene di Crociati francesi e di S. Luigi IX a Nazaret.
  • Cappella Slava o dei Santi Cirillo e Metodio — È stata decorata con i contributi dei fedeli soprattutto croati. Gli affreschi con “Scene della vita dei santi fratelli Cirillo e Metodio“, apostoli dei popoli slavi, si devono a Biagio Biagetti (1912–1913). Il trittico dell’altare è opera del 1897 di Stanislao de Witten.
  • Sagrestia di San Luca — Accoglie una terracotta con San Luca Evangelista attribuita a Benedetto da Maiano.
  • Cappella dell’Assunta o Americana — È stata decorata con le offerte dei cattolici americani di lingua inglese, per iniziativa della Congregazione Universale. Beppe Steffanina negli anni 1953–1970 vi affrescò scene relative a Maria Regina, alla Proclamazione del dogma dell’Assunta, alla Glorificazione della Vergine Lauretana patrona dell’aviazione. Vi è narrata anche la storia del volo umano, dal mitico Icaro a Leonardo da Vinci e ai moderni astronauti.
  • Cappella del Coro o Tedesca — È stata decorata con le offerte dei cattolici di lingua tedesca, per iniziativa della Congregazione Universale, nel VI Centenario della Traslazione della Santa Casa. Gli affreschi sono opera di Ludovico Seitz che li eseguì negli anni 1892–1902.
  • Cappella del Sacro Cuore o Polacca — È stata decorata con le offerte dei cattolici polacchi. Arturo Gatti negli anni 1912–1939 vi raffigurò Maria Regina della Polonia, la Vittoria di Sobieski a Vienna contro i turchi e il Miracolo della Vistola, episodio legato alla Battaglia di Varsavia del 1920.
  • Sagrestia di San Giovanni. — Custodisce i pregevoli affreschi di Luca Signorelli, eseguiti probabilmente tra il 1481 e il 1485.
  • Cappella dei Duchi di Urbino — Durante i profondi restauri a cui fu sottoposta la basilica nell’Ottocento-Novecento, questa cappella è unica ad essere stata rispettata nel suo apparato originale. Venne fatta decorare a proprie spese dai duchi di Urbino Guidobaldo II Della Rovere e Francesco Maria II della Rovere negli anni 1571–1584. Alle pareti sono affreschi del 1582–83 opera di Federico Zuccari. La pala in mosaico con l’Annunciazione è una copia della tela del 1582–84 di Federico Barocci trafugata dai francesi nel 1797.
  • Cappella di S.Giuseppe o Spagnola — Fu la prima ad essere decorata nel piano generale di abbellimento pittorico promosso dalla Congregazione Universale nel XIX secolo. È stata decorata fra il 1886 e il 1890 con le offerte dei cattolici spagnoli. Gli affreschi delle pareti sono di Modesto Faustini.
  • Cappella Svizzera o dei Santi Gioacchino e Anna — È stata affrescata da Carlo Donati nel 1935–38 con le offerte dei cattolici svizzeri. Il pittore dipinse le sezioni delle pareti superiori con figure di “Santi” nati o operanti in Svizzera e in quelle inferiori, entro quattro grandi quadri, episodi dei Ss.Gioacchino e Anna e di Maria Bambina.
  • Sagrestia di San Marco — Custodisce i pregevolissimi affreschi di Melozzo da Forlì che li eseguì tra il 1477 e il 1479.

Le opere più recenti che corredano l’interno della Basilica sono l’altare maggiore ed il pulpito, ricavati da due monoliti di marmo di Carrara in occasione dell’Anno Santo 2000, opere dello scultore lombardo Floriano Bodini.

Atrio della sacrestia

È una piccola sala in stile barocco che mette in comunicazione la cappella del Crocifisso nella basilica con la sacrestia da un lato e con la sala del Tesoro dall’altro.

La volta è decorata con stucchi realizzati da Francesco Selva e risalgono al 1611. Sulle pareti sono presenti pregevoli dipinti cinque e seicenteschi entro fastose cornici.

Palazzo Apostolico — Museo Antico Tesoro Loreto

Il palazzo Apostolico si trova a pochi passi dalla Basilica di Loreto. Nel braccio occidentale del palazzo Apostolico è ospitato il Museo Pinacoteca della Santa Casa. Conserva dipinti, sculture, arazzi, maioliche, oggetti d’oreficeria e mobili provenienti dal santuario o donati alla Santa Casa nel corso dei secoli.

  • Opere Pittoriche — Le opere costituiscono un vasto ed eterogeneo patrimonio di arte e di fede, a testimonianza del prestigio raggiunto dalla Basilica lauretana in tutto il mondo cristiano. Le Opere Pittoriche sono di: Guercino, Guido Reni, Peter Van Laer, Antonio da Faenza, Annibale Carracci, Girolamo Muziano, Pellegrino Tibaldi, Felice Damiani, Filippo Bellini, Antonio Zanchi, Crespi, Baglione.
  • Opere di Lorenzo Lotto — Nella raccolta di quadri è di fondamentale importanza il corpus dei nove dipinti raccolti in un unica sala che Lorenzo Lotto (1480 c.-1556) eseguì negli ultimi anni della sua vita, conclusasi nel santuario Mariano, dove egli viveva come oblato.
  • I vasi da Spezieria dei Duchi d’Urbino di Orazio Fontana — La raccolta delle maioliche del Ducato di Urbino è particolarmente preziosa e considerata qualitativamente una delle principali collezioni di maioliche istoriate del mondo, vi compaiono storie bibliche e mitologiche. E’ costituita da un primo nucleo, proveniente dalla bottega di Orazio Fontana, che venne donato alla Basilica dal cardinale Giulio Feltrio della Rovere a cui si è aggiunta, nel 1631, una collezione di vasi acquistati presso la bottega dei Patanazzi. Comprende inoltre vasi da farmaci, realizzati da Francesco Antonio Grue (1686–1746).
  • L’orificeria — Il tesoro della Santa Casa conserva alcune superbe opere di oreficeria, tra cui un crocifisso in argento modellato dal Giambologna (1524–1608) ed inviato alla Santa Casa da Cristina di Lorena nel 1573.
  • La collezione degli arazzi raffaelleschi — i nove pezzi, realizzati sui cartoni di Raffaello Sanzio per gli arazzi sistini commissionati da Leone X dè Medici, furono tessuti da Enrico Mattens nel 1624 e sono considerati, per qualità ed eccellenza esecutiva — tra i più belli al mondo. Vi sonno illustrati gli Atti degli Apostoli.
  • Bozzetto originale della cupola di Loreto — illustrazione degli affreschi della Cupola di Loreto con la storia del Dogma dell’Immacolata eseguita sul modello originale realizzato da Cesare Maccari nel 1884.
  • Gli ex voto dipinti ed i pupi da presepe — l’ultimo piano del museo è dedicato alla devozione popolare verso La Madonna di Loreto, ben visibile attraverso le tavolette dipinte degli ex voto dal XV al XIX secolo
  • Stanza di Giovanni XXIII stanza dove dormì papa Giovanni XXIII in occasione del pellegrinaggio del 1962

Sala del Tesoro

Dal transetto sinistro si accede alla monumentale Sala del Tesoro, voluta da Papa Clemente VIII per accogliervi l’ingente cumulo dei doni votivi. Del ricco e prezioso tesoro oggi resta ben poco dopo le diverse espoliazioni come quella operata da Napoleone, secondo gli accordi del 1797, del Trattato di Tolentino. Gli oggetti più importanti rimasti sono ora custoditi nel Museo pinacoteca della Santa Casa che ha sede nell’attiguo Palazzo Apostolico.

La Sala, dalla maestosa volta a padiglione, venne interamente decorata con stucchi e affreschi da Cristoforo Roncalli detto il “Pomarancio”, che fra il 1605 e il 1610 vi dipinse le vivaci “Scene della vita di Maria” alternate a sei Profeti e altrettante Sibille.

Gli affreschi del Pomarancio sono giudicati dalla critica uno dei capolavori del tardo manierismo romano.

Le scene presenti sono:

  • Natività di Maria;
  • Lavanda di Maria;
  • Presentazione al Tempio;
  • Sposalizio della Vergine;
  • Annunciazione;
  • Visitazione;
  • Fuga in Egitto;
  • Gesù tra i dottori;
  • Transito della Vergine.

Sulla volta:

  • Assunzione;
  • Traslazione della Santa Casa;
  • Incoronazione della Vergine.

Assai ardita risulta la figura, presa in forte scorcio, della “Vergine Assunta“. Dello stesso artista è anche la Pala d’altare con laCrocifissione. L’autore tardo-manierista ha valso alla sala l’appellativo ben più famoso di Sala del Pomarancio. L’arredamento ligneo, volto a contenere gli Ex voto, è opera di Andrea Costa.

La Santa Casa

All’interno della Basilica, sotto la cupola, è custodita la Santa Casa di Nazaret, dove, secondo la tradizione devozionale, la Vergine Maria ricevette l’Annunciazione.

La Casa è formata da tre pareti, prive di soffitto e fondamenta, realizzate interamente in mattoni di terracotta. Le pareti sono di fabbricazione tipica dell’edilizia antica nazarena, e la tradizione vuole che fossero addossate a una grotta, quella che oggi si trova nella Basilica dell’Annunciazione a Nazaret.

Il Rivestimento marmoreo

La riveste interamente un mirabile e pregevole rivestimento marmoreo disegnato da Donato Bramante nel 1509 per volere di Papa Giulio II, e realizzato solo a partire da una decina d’anni dopo. La nuova decorazione occultò un affresco del 1434 rappresentante l’Adorazione dei Magi, opera di Olivuccio di Ciccarello.

Il rivestimento marmoreo, concepito come un prezioso reliquiario, venne affidato da Papa Leone X ad Andrea Sansovino, che vi lavorò nelle sculture dal il 1513 al 1527 e a cui successero Raniero Nerucci e Antonio da Sangallo il Giovane. L’opera si compone di un basamento con ornamentazioni geometriche e da un alzato ritmato da nicchie e ricche colonne corinzie scanalate reggenti un cornicione aggettante e la balaustra aggiunta da Antonio da Sangallo nel 1533–34. Gli spazi sono riempiti da sontuosi rilievi volti a celebrare le “Glorie della Vita terrena della Madonna”, fra cui quello dell’Annunciazione che funge da pala d’altare, posto al di sopra della “Finestra dell’Angelo” ed eseguito dal Sansovino, è ritenuto il capolavoro dell’insieme decorativo. Ai due ordini i nicchie corrispondono altrettanti cicli di sculture: nella serie inferiore sono le statue dei Profeti e in quella superiore quelle delle sibille, molte di queste ultime aggiunte dallo scultore Giovan Battista Della Porta. Il rivestimento marmoreo è l’elemento più spettacolare del Santuario e uno dei maggiori capolavori della scultura cinquecentesca, ma per completarne i suoi 610 metri quadrati di sculture ci vollero ben settant’anni.

Peculiari sono i due solchi paralleli che si trovano sugli scalini della base, causati dai pellegrini che, per secoli, hanno percorso in ginocchio il perimetro del rivestimento.

Monumento a Papa Giovanni XXIII

Il Monumento a Giovanni XXIII si trova nella Piazza intitolata allo stesso Papa. Questo monumento fu voluto dalla città di Loreto a ricordo dello storico pellegrinaggio del papa alla Santa Casa il 4 ottobre del 1962. L’ opera è di Alessandro Monteleone (1897–1967) che non poté portarlo a compimento secondo l’iniziale progetto, il quale prevedeva un basamento di m. 1,35. L’unico pannello scultoreo eseguito raffigura Papa Giovanni benedicente.

Loreto: Statua di Giovanni XXIII

L’aereo delle Frecce Tricolori

In Via Sisto V si trova l’aereo delle Frecce Tricolori a segnare il legame dell’Arma dell’Aeronautica con la città di Loreto

Loreto: Madonna di Loreto e l’Aviazione

Monumento a San Giovanni Paolo II

Attraversata Porta Marina, si giunge in uno spiazzale a balcone, da cui si gode un suggestivo panorama che si dispiega verso il mare e il Monte Conero, vario e vivace. Nella piazza il monumento dedicato a San Giovanni Paolo II. La statua di Papa Wojtyla è stata donata alla città di Loreto dall’artista Albano Poli. Nella mano sinistra il pastorale con il crocifisso, simbolo di passione e fede. La mano destra protesa verso il prossimo: nell’atto di benedire le folle, di salutare le comunità di ogni parte del mondo. una statua in bronzo realizzata con la tecnica della cera persa, dell’altezza di due metri.

Loreto: panorama sul Monte Conero
Loreto: Statua di San Giovanni Paolo II

Fontana dei Galli

La Fontana dei Galli, situata nella piazza antistante Porta Romana, era detta inizialmente “Fontana del ritorno” in quanto veniva alimentata da una tubazione proveniente dalla Fontana Maggiore, in Piazza della Madonna, in cui giungevano le acque direttamente dall’acquedotto. La fontana, voluta dal protettore Cardinal Antonio Maria Gallo, è stata realizzata tra il 1614 ed il 1616. Venne ornata con bronzi dai fratelli Tarquinio e Pietro Paolo Jacometti, gli stessi della Fontana Maggiore in Piazza della Madonna, che vi realizzarono un drago in onore del Papa Paolo V e quattro galli in onore del cardinale protettore. Fin dalla prima metà del ’600, la presenza dei galli che ornano la fontana, ha suggerito la denominazione della piazza nelle immediate vicinanze.

Curiosità

Originariamente era una vasca di mattoni con bordo in pietra d’Istria, di forma rettangolare ed era usata per abbeveratoio dei cavalli, specie durante le fiere.

Loreto: fontana dei galli

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Mariano Pallottini

Scrivo di patrimonio culturale, identità e rigenerazione culturale dei borghi, turismo, marketing digitale.